Il Governo ha emanato il nuovo D.P.C.M. 11 marzo che prevede ulteriori misure restrittive su tutto il territorio nazionale per contrastare l’emergenza coronavirus. Il provvedimento ha validità dal 12 al 25 marzo. Tra le misure previste sono sospese le attività di bar, pub, ristoranti. Chiusura dei parrucchieri e centri estetici. Resteranno aperti alimentari, benzinai, edicole e tabacchi oltre a farmacie e parafarmacie. Le industrie resteranno aperte ma con “misure di sicurezza”, cioè purché garantiscano iniziative per evitare il contagio. Chiusi invece i reparti aziendali “non indispensabili” per la produzione. Si incentiva anche la regolazione di turni di lavoro e le ferie anticipate. Restano confermate tutte le misure restrittive del D.P.C.M. del 9 marzo, definito #iorestoacasa. Il provvedimento limita gli spostamenti delle persone, blocca le manifestazioni sportive, sospende in tutto il Paese l’attività didattica nelle scuole e nelle università fino al 3 aprile.
Le disposizioni del D.P.C.M. 11 marzo 2020, valide dal 12 al 25 marzo 2020, prevedono ulteriori misure restrittive su tutto il territorio nazionale per contrastare l’emergenza coronavirus. Il D.P.C.M. sospende le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per quelle che vendono beni di prima necessità.
Tutta l’Italia è diventata zona protetta con l’ultimo D.P.C.M. sottoscritto la sera 9 marzo dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che ha esteso le misure restrittive già applicate per la Lombardia e le 14 province del nord più colpite dal contagio di coronavirus a tutto il territorio nazionale. Il nuovo provvedimento entra in vigore a partire dal 10 marzo e avrà efficacia fino al 3 aprile. Tra le principali novità: limita gli spostamenti delle persone, blocca le manifestazioni sportive, sospende in tutto il Paese l’attività didattica nelle scuole e nelle università fino al 3 aprile.
In caso di sintomi o dubbi, rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale.